Ecco, è quello che mi è capitato ed è stata una grande emozione.
Rincontrare un viso noto e trovarlo, all'inizio, cambiato e poi, subito dopo, uguale a quello che era in passato, mi ha procurato una sorta di voragine.

Ecco, nel rincontrare i miei compagni di liceo ho provato la stessa percezione di voragine, di estraniamento dal presente e di capovolta temporale ed esistenziale: una comunanza recuperata!
Cos'è quello “zoccolo” duro che il tempo non ha scalfito e che permette di riconoscersi e ritrovarsi, nonostante i percorsi di vita diversi? Esperienze, studi, relazioni hanno lasciato un marchio che però sembra non aver mutato la “chimica” della propria essenza e un linguaggio comune.
Eppure, c'è una nuova consapevolezza di ciò che eravamo e che non sapevamo di essere, la capacità di trovare le parole per parlarne e la volontà di ascoltare ed essere ascoltati, e di capire quello che non si riusciva a comprendere dell'altro. O anche solo di ridere insieme, con la spensieratezza di una volta.
La magia del tempo che passa...
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