venerdì 15 giugno 2012

Tre

Tre. Sono tre i giorni che ti allontanano da questo mondo.
Tre come l'eternità. Tre come il numero che ripetevi, contandolo con le dita nell'agonia della morte. Quanti siamo in casa? Tre, ti ripetevo. E questo numero ti placava.

Hai pescato nella vita come un pescatore tenace. Sei morto lentamente, paziente e forte. Un vero pescatore. La tua preda, la vita. Il tuo mare, le onde scintillanti dell'infinito. 
Hai perso, alla fine, la preda ma con l'asciutto eroismo del vecchio pescatore de "Il vecchio e il mare" ne hai portato a riva l'enorme carcassa, liscia e candida, abbandonata accanto alla tua barchetta, e hai conquistato la luminosa certezza della tua pace.

Ora tutto tace, ma le nostre orecchie sono piene della tua musica.

Prossimo appuntamento, il mare.

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