domenica 30 gennaio 2011

"Bianca come il latte, rossa come il sangue" di D'Avenia Alessandro

Sta avendo un buon successo di pubblico questo romanzo di formazione, con tante belle frasi edificanti, da copiare e diffondere su Facebook.


Il primo messaggio che trapela è: solo i sogni possono salvare l’adolescenza – in realtà, l’umanità tutta – dal vuoto di una vita consumistica, dove i valori si comprano al supermercato insieme alle etichette dei prodotti pubblicizzati.

“Bianca” è la solitudine e la mancanza di prospettive vere, “rosso” è il sogno e l’amore che danno valore ai più piccoli gesti della vita quotidiana, collante degli esseri umani. Ma i simboli cromatici si dilatano: seguendo il binomio romantico di amore e morte, al rosso della passione amorosa si contrappone il bianco della morte imminente della ragazza amata, malata di leucemia (letteralmente “sangue bianco”).

Parallelamente, l’attenzione dello scrittore si concentra nel rappresentare un rapporto diverso del mondo adulto con quello adolescenziale. Un ragazzo svogliato a scuola – il protagonista – viene recuperato grazie alla didattica particolare di un insegnante, alle attenzioni dei genitori e a un’amicizia sincera.

Insomma, i temi affrontati sono molti e tutti importanti, ma l’autore è troppo impegnato a ridurli a un discorso religioso – cristiano, per l’esattezza - come se fosse l’unica dimensione in grado di risvegliare un umanesimo nuovo. Nessun cenno, neppure marginale, alla realtà politica e sociale circostante, come se fosse un dato insignificante nel sistema dei valori dei ragazzi, come se non li coinvolgesse nella pelle e nel cuore.

Ogni prodotto letterario è anche il figlio dei propri tempi, aldilà di qualunque considerazione letteraria.

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